Abbiamo partecipato con le altre comunità del cibo toscane a fa la cosa giusta. Nata nel 2004 da un progetto della casa editrice Terre di mezzo ha la finalità di far conoscere e diffondere sul territorio nazionale le “buone pratiche” di consumo e produzione e di valorizzare le specificità e le eccellenze, in rete e in sinergia con il tessuto istituzionale, associativo e imprenditoriale locale. In questa occasione abbiamo organizzato un incontro con altre comunità del cibo esistenti e nascenti lombarde. C’è stato anche un evento scientifico, un pubblico dibattito con il dott. Salvatore Ceccarelli sul miglioramento genetico partecipato e sulle popolazioni di cereali Dal titolo “La diversità del cibo. 60 minuti di agrobiodiversità”. E stata una azione congiunta delle comunità del cibo della Garfagnana, della Maremma, di Montespertoli, delle colline del Chianti e del Monte Amiata, per realizzare un evento in cui avessero la possibilità di raccontarsi anche al di fuori del loro territorio di azione immediata. Come leggiamo nei manifesti di queste comunità, si tratta di realtà che mirano a: “restituire a ciascun individuo e popolo la sovranità alimentare, ovvero il diritto di decidere il proprio sistema alimentare e produttivo, accedendo a cibi sani, nutrienti, culturalmente adeguati con principi di sostenibilità sociale ed ambientale”.
Le Comunità, con il sostegno economico di Terre Regionali Toscane, intendono così concretizzare una delle linee prioritarie indicate dalla Giunta Regionale, ossia: “sostenere e valorizzare le iniziative locali attraverso progetti territoriali, volti alla tutela e valorizzazione delle razze e varietà locali a rischio di estinzione”.
Si è fatto il punto sulle azioni delle Ccibo costiere toscane sulle azioni in Cambiviapro il progetto trasfrontaliero che coinvolge regione Toscana Liguria, Sardegna e Corsica.
Abbiamo anche organizzato unevento dal Titolo
La diversità del cibo. 60 minuti di agrobiodiversità Abbiamo
Tipologia
Incontro
Descrizione
-Siamo quello che mangiamo- L’agricoltura è, base dell’alimentazione. Le risorse genetiche locali, le varietà, le specie e il materiale eterogeneo con un grado elevato di diversità genetica rappresentano un valore enorme sul piano della resilienza, dell’adattamento ai cambiamenti climatici, delle caratteristiche chimico-nutrizionali degli alimenti, del mantenimento strutturale e paesaggistico del territorio oltre ad essere un elemento identitario fortissimo. I sistemi agricoli e zootecnici industriali con pochissime specie e varietà ad alta densità sono molto instabili, fragili di fronte a malattie vecchie e nuove contrastabili solo con lotta chimica a discapito della salute di tutti. La strada per rendere resilienti gli ecosistemi agricoli è quella di incrementare la diversità coltivata e allevata. Il lavoro dei Coltivatori custodi e degli Allevatori custodi è alla base della tutela della biodiversità. Occorre supportare gli agricoltori e gli allevatori in maniera diretta sia nel recupero delle conoscenze e delle pratiche tradizionali che nei relativi programmi di selezione e gestione delle risorse genetiche locali (selezione partecipativa). Le Comunità del cibo con il loro nucleo di coltivatori e allevatori custodi sono parte attiva nel processo di salvaguardia dell’agro biodiversità, coltivando, allevando e valorizzando tutto questo con l’informazione che crea coscienza e conoscenza a partire dai bambini, con un lavoro specifico fatto con le scuole. Le azioni delle Ccibo sono nella valorizzazione della varietà, azioni necessarie a sostenere le funzioni chiave degli agroecosistemi.
Hanno partecipato anche Stefania Grando e Salvatore Ceccarelli Genetisti e miglioratori genetici di fama mondiale