CARTA del cibo e della biodiversità agricola e alimentare della Maremma Toscana

Noi, rappresentanti delle aziende e gli altri soggetti a vario titolo coinvolti, che operano sul territorio della Maremma, sottoscriviamo la Carta della Comunità del Cibo e della biodiversità agricola e alimentare e ci impegniamo a rispettare i principi in essa contenuti e a realizzare tutte le azioni necessarie alla valorizzazione, tutela e promozione della Agro-biodiversità locale, enorme patrimonio materiale e immateriale da sempre parte integrante della comunità e del territorio.

Costituisce elemento strategico fondamentale di tale disegno dare inizio ad un percorso in grado di rendere economicamente sostenibili le piccole produzioni locali che contengono in sé un grande valore tradizionale ed identitario della Maremma, che rischiano altrimenti di scomparire.

La Comunità del Cibo, in quanto elemento dinamico e relazionale, può dare un nuovo impulso alla comunità locale, al rafforzamento del senso di appartenenza, alla costruzione di una rete di consumatori e produttori, alla condivisione di un sistema alimentare legato al territorio, alla stagionalità ed alla salubrità del prodotto. Può farsi inoltre promotrice di quello sviluppo economico, sociale, culturale e ambientale rispettoso degli equilibri naturali del luogo.

All’interno di questo progetto diventa fondamentale riconoscere il ruolo e la funzione dei coltivatori e degli imprenditori agricoli, veri e propri custodi del territorio, della conservazione dell’agro-biodiversità e della protezione del suolo come anche della manutenzione del territorio, della prevenzione degli incendi e del dissesto idrogeologico.

Sulla base di queste premesse noi crediamo e condividiamo che:

 

  • la conservazione delle risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario locali e la trasmissione di conoscenze sulle stesse, lo studio e il recupero, incentivando l’incontro tra ricercatori e imprenditori etici al fine di realizzare e promuovere, con la partecipazione di tutta la comunità, un’informazione corretta sui temi dell’ambiente, che preveda anche la nascita/fondazione di un nostro strumento di indagine e ricerca per creare sempre più consapevolezza e cultura;
  • la valorizzazione gastronomica delle risorse genetiche poco conosciute, anche a livello di ristorazione e commercializzazione, sottolineandone le qualità organolettiche, nutraceutiche e culturali;
  • lo studio e la diffusione di pratiche proprie dell’agricoltura biologica e di altri sistemi colturali a basso impatto ambientale e volti al risparmio idrico, alla minore emissione di anidride carbonica ed altri gas serra, al mantenimento ed incremento della fertilità dei suoli; applicazione di metodi di coltivazione e di allevamento a bassa entropia, salvaguardando la fertilità del suolo e la purezza delle acque, riducendo gli output esterni all’agroecosistema, studio di pratiche di agroecologia che possano migliorare la capacità dei sistemi colturali di resistere ai cambiamenti climatici e possano incrementare la biodiversità dell’agroecosistema;
  • custodia del territorio, dei saperi tradizionali relativi alle colture agrarie e delle tradizioni culturali legate al cibo e alla biodiversità agricola e alimentare;
  • attenzione particolare alla selezione partecipata delle sementi e del materiale di propagazione in genere, adatta al territorio e per fare fronte ai mutamenti climatici e alla corretta alimentazione;
  • educazione e formazione all’ambiente e alle pratiche agricole, aggregazione sociale, riqualificazione delle aree dismesse o degradate e dei terreni agricoli marginali;
  • realizzare sistemi economici, produttivi e distributivi attraverso la diffusione di principi di cooperazione, solidarietà ed economia circolare, passando dal concetto di consumatore a quello di fruitore;
  • attivare il sistema di garanzia partecipata come patrimonio di conoscenza acquisita da condividere con l’intera comunità;
  • restituire a ciascun individuo e popolo la sovranità alimentare, ovvero il diritto di decidere il proprio sistema alimentare e produttivo, accedendo a cibi sani, nutrienti, culturalmente adeguati con principi di sostenibilità sociale ed ambientale;
  • promuovere la coesione sociale, l’inclusione, lo scambio intergenerazionale e multiculturale, la solidarietà. Garantire la condivisione, il rispetto delle differenze e dei diritti civili: un modello di innovazione sociale che partendo da esigenze locali, diventi fonte di ispirazione per nuove connessioni umane, organizzative ed economiche a vantaggio del territorio;
  • entrare in sinergia con altre realtà per trovare forme di collaborazione a sostegno di vecchie e nuove filiere;
  • assicurare sempre la giusta remunerazione dei produttori e rifiutare beni che derivino dallo sfruttamento delle persone, garantendo così il prezzo equo.