In agricoltura e zootecnia l’interazione con la biodiversità è il fondamento su cui queste due scienze si sviluppano ed esse sono strettamente interdipendenti. L’agro-biodiversità (diversità biologica agricola) include la variabilità di geni, specie ed ecosistemi di interesse agrario. È il risultato delle interazioni tra le risorse genetiche, l’ambiente e i sistemi agricoli, in cui hanno ruoli chiave la selezione naturale, le condizioni ambientali e gli sviluppi sociali, culturali, economici e tecnici. L’agro-biodiversità sostiene le funzioni, le strutture e i processi centrali degli ecosistemi agricoli. Essa fornisce agli esseri umani cibo e materie prime per altri prodotti agricoli, fonti e mezzi di sostentamento e fornisce una serie di cosiddetti “servizi ecosistemici” tra cui la preservazione di suolo, acqua, fertilità e impollinazione, essenziali per il benessere umano. Inoltre essa offre a specie e comunità la capacità di adattarsi ai cambi ambientali (inclusi quelli climatici) e di evolvere, aumentando la resistenza a eventi meteorologici estremi, parassiti e patogeni. L’agricoltura e l’alimentazione dipendono tuttavia dalla diversità di relativamente poche piante e animali. Oggi solo 150 specie delle 7000 disponibili come nutrimento umano sono coltivate a livello significativo nel mondo e solo 3 (mais, grano e riso) garantiscono circa il 60% del fabbisogno di proteine e calorie nella dieta umana. Negli ultimi cento anni si è verificata una perdita enorme di agro-biodiversità: quasi il 75% della diversità genetica di specie coltivate è andato perso.
Con la legge n. 194/2015 “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare” vengono forniti strumenti concreti per promuovere la salvaguardia dell’agrobiodiversità attraverso l’istituzione del sistema nazionale di tutela e valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare in conformità a quanto previsto dal Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo.
Tale sistema, attualmente in fase di prima attuazione, si basa essenzialmente sull’anagrafe nazionale della biodiversità, in cui sono raccolte tutte le risorse genetiche locali di origine vegetale, animale o microbica a rischio di estinzione, sulla rete nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, sulle strutture regionali e nazionali per la conservazione del germoplasma ex situ e sugli agricoltori custodi della biodiversità che rappresentano i soggetti che si impegnano nella conservazione, nell’ambito dell’azienda agricola, delle risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario locali soggette a rischio di estinzione o di erosione genetica.
Un altro elemento rilevante del sistema nazionale di tutela della biodiversità può essere sicuramente rappresentato dalle comunità del cibo e della biodiversità, che sono gli ambiti locali derivanti da accordi tra i diversi portatori di interesse, pubblici e privati, legati alla tutela e alla valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare.
L’importanza della legge n.194/2015 e del sistema nazionale di tutela risiede nel fatto che potrà dare un nuovo impulso all’attuazione del Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo e delle linee guida per la conservazione e la caratterizzazione della biodiversità vegetale, animale e microbica di interesse per l’agricoltura, che, ricordiamo, sono parte integrate della Strategia Nazionale per la Biodiversità del Ministero dell’Ambiente, e potrà mettere a sistema le numerose attività e iniziative legislative regionali intervenute in materia.
Con la legge n. 194/2015 viene istituito il fondo per la tutela della biodiversità di interesse agricolo e alimentare e vengono individuate apposite azioni di sostegno, di valorizzazione (giornata nazionale della biodiversità del 20 maggio, itinerari della biodiversità, iniziative nelle scuole, ecc…) e di ricerca a favore della salvaguardia dell’agrobiodiversità e delle risorse genetiche in agricoltura.